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La riabilitazione equina: quando, come e perché

20, Ott, 2024 | Arena Veterinaria, Chiropratica

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La riabilitazione equina (meglio conosciuta come fisioterapia) gioca un ruolo fondamentale nel migliorare le performance sportive del cavallo, prevenire gli infortuni, e garantire il recupero funzionale e la riparazione dei tessuti dopo un trauma o in caso di lesione. Il veterinario esperto in riabilitazione equina utilizza le moderne conoscenze nel campo della biomeccanica, fisiopatologia dei tessuti, fisiologia dello sport e medicina sportiva per elaborare un percorso terapeutico specifico per ogni cavallo. A seconda del tipo di lesione, età, razza, sport praticato e livello di prestazione, esso accompagnerà il cavallo e il suo cavaliere attraverso le fasi di guarigione, condizionamento e allenamento per la ri-atletizzazione. Con questo termine si intende il percorso necessario a recuperare (o in molti casi migliorare!) le condizioni atletiche presenti prima dell’infortunio. Un detto molto popolare in fisiatria è “rest is not rehab”, tradotto in italiano significa il riposo non è riabilitazione. Se per tanti anni il recupero post infortunio di un cavallo si traduceva esclusivamente in riposo in box e passeggiata a mano, nella medicina sportiva e riabilitativa invece abbraccia terapie manuali, strumentali, ginnastica terapeutica che guidano, velocizzano e migliorano il recupero funzionale.

Il veterinario esperto in riabilitazione equina diventa perciò molto utile quando si assiste ad un calo di prestazioni del cavallo sportivo dovuto a lesioni di tipo muscoloscheletrico, tra le prime cause di abbandono ed eutanasia del cavallo. Le lesioni più frequenti sono quelle dei tendini flessori e del legamento sospensore del nodello risultanti da un sovraccarico ripetuto ed eccessivo che espone il cavallo al re-infortunio. Un’altra importante causa di inattività sportiva è il mal di schiena che colpisce dal 27 al 100% dei cavalli che vengono montati (leggi anche questi due miei articoli per conoscere cause e terapie del mal di schiena equino https://www.arenavet.it/2023/10/30/il-mal-di-schiena-del-cavallo-cause-e-soluzioni-con-la-chiropratica_parte-1/ https://www.arenavet.it/2023/10/30/il-mal-di-schiena-del-cavallo-cause-e-soluzioni-con-la-chiropratica_parte-2/ ).

trattamento chiropratico cervicale

Esistono diverse tecniche manuali utilizzate in riabilitazione equina. Le tecniche manuali sono usate per la mobilizzazione dei tessuti molli (muscoli, tendini, fascia) o delle articolazioni. Includono il massaggio e le manipolazioni dello scheletro come la chiropratica. La degenerazione articolare (osteoartrosi/osteoartrite sono termini per esprimere i diversi aspetti patologici di questa condizione dove coesistono infiammazione cronica e degenerazione progressiva delle strutture articolari) è un esempio di disfunzione biomeccanica responsabile di alterazione dell’andatura e ridotta prestazione oggetto di trattamento manuale. La mobilizzazione dei tessuti porta all’aumento di stimoli meccanici che modulano positivamente le vie nervose inibitorie che riducono la trasmissione del dolore a livello di midollo spinale (qui trovi un interessante articolo che spiega questo fenomeno ovvero la teoria del pain gate https://www.arenavet.it/2021/01/28/il-dolore-e-la-propriocezione-nei-piccoli-animali/), attivando la corteccia cerebrale oltre che ad aumentare il range di movimento fisiologico riducendo le restrizioni alla mobilità. La manipolazione dei tessuti agisce sulla capsula articolare, i legamenti, muscoli e tendini nonché terminazioni nervose, Il range di movimento viene migliorato grazie alla sua azione già a livello cellulare riducendo l’allineamento caotico delle fibre collagene dei tessuti connettivi poiché stimolando il movimento fisiologico le fibre sono in grado di ri-orientarsi in modo parallelo e resistere alle forze applicate su di esse. La mobilizzazione di fascia, tendini e legamenti riduce l’infiammazione e lo spasmo muscolare, migliora elasticità e forza oltre che il controllo posturale e motorio.

stretching attivo con la carota in flessione laterale del collo

In riabilitazione equina sono altresì utili movimenti attivi o esercizi terapeutici poiché permettono l’allungamento di fascia, muscoli e tendini aumentandone forza e resistenza e possono essere inseriti con grande beneficio anche nella fase in cui il cavallo non ha ancora possibilità di movimento libero in spazi aperti e consente al fisico di non andare incontro a rigidità conseguenti alla mancanza di esercizio. Inoltre in seguito ad una lesione alla colonna o agli arti dolore e infiammazione causano segnali inibenti i motoneuroni (neuroni responsabili dei movimenti che fanno sì che i muscoli si contraggano) con conseguente debolezza e atrofia muscolare. L’attivazione neuromuscolare o controllo motorio è un aspetto fondamentale nel programma di recupero. Esistono nel cavallo alcune aree del corpo che se stimolate portano alla contrazione riflessa di certuni gruppi muscolari inducendo specifiche posture. Un esempio è il riflesso di arrotondamento del bacino o quello di attivazione della muscolatura addominale. Nel riflesso di arrotondamento del bacino il cavallo risponde ad una pressione attuata dall’operatore con una dorso-flessione della colonna toraco-lombare e del bacino attivando i muscoli del tronco (anche detti del

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Lavoro da terra sulle barriere per sviluppare la propriocezione e la muscolatura del tronco, Cortesia di Rachele Inturri

“core”, quelli che sostengono la colonna e il peso del cavaliere). Molti di voi saranno probabilmente familiari con gli esercizi di stretching attivo con la carota. Per quanto possano sembrare semplici esercizi sono fondamentali per migliorare l’elasticità della colonna e attivare la muscolatura del tronco. Di conseguenza verrà migliorato il controllo neuromuscolare e quindi la postura. Diversi studi condotti sugli umani con patologie della colonna hanno evidenziato in questi pazienti una riduzione del volume dei muscoli posturali e una diminuzione delle capacità propriocettive (ovvero quelle che permettono al nostro sistema nevoso centrale di conoscere posizione e movimento delle parti del corpo senza l’ausilio della vista). Gli atleti umani che incorporano esercizi di stretching, coordinazione e potenziamento del core nel loro programma di recupero hanno meno probabilità di incorrere in un nuovo infortunio. Pare logico pensare che un individuo animale o umano che ha migliore consapevolezza del proprio corpo e controllo neuromuscolare sia meno incline a farsi male! In ambito equino si usano pad propriocettivi, ostacoli, terreni diversi ed esercizi attivi per stimolare la coordinazione e l’equilibrio come il lavoro in pendenza e i passi indietro.

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Stretching passivo dell’arto anteriore. Cortesia di Rachele Inturri

utilizzo dei pads propriocettivi in un cavallo anziano con alterazioni posturali

Esiste inoltre la possibilità di usare dispositivi come bende elastiche, cavigliere e taping che attivano i meccanocettori in specifiche aree del corpo per stimolare o inibire un gruppo muscolare. Infine ricordiamo l’utilizzo del tapis roulant in acqua dove vengono sfruttate le proprietà dell’acqua (galleggiamento e resistenza) per aumentare il range di movimento articolare riducendo il carico sulle articolazioni e potenziare la muscolatura.

In riabilitazione equina oltre alle terapie manuali e alla ginnastica attiva e passiva esistono diverse terapie strumentali che si avvalgono di mezzi fisici (calore, onde sonore, onde pressorie, campi elettromagnetici, fotoni) per ridurre dolore, infiammazione e stimolare la riparazione dei tessuti. Al cavallo possono essere quindi applicate diverse metodiche come il laser, gli ultrasuoni, la radiofrequenza, le onde d’urto e le onde pressorie ad alta frequenza. I meccanismi d’azione e le applicazioni di queste modalità terapeutiche richiedono una trattazione a parte poiché negli ultimi anni si è prodotta una maggiore letteratura scientifica a vantaggio del loro uso anche nella specie equina.

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Laserterapia di un cavallo con lesione tendinea

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Grazie ad esercizi di mobilizzazione e stretching attivo e passivo dopo il trattamento chiropratico è possibile migliorare la postura dinamica del cavallo grazie al potenziamento della muscolatura equina e ad una maggior consapevolezza del suo corpo. Cortesia di Rachele Inturri

Le fasi di recupero in riabilitazione equina sono dettate dalle fasi di guarigione di ogni specifico tessuto (esempio un tendine guarisce con tempistiche diverse da un muscolo o un’articolazione ecc) e il non rispettarle comporta la mancata risoluzione di una lesione che può cronicizzare o esporre il cavallo ad una recidiva con peggioramento della prognosi. Accorciare i tempi non ci farà guadagnare tempo, anzi!

Una volta completata la guarigione clinica e anatomica dei tessuti è importante proseguire con un programma di potenziamento e allenamento sport-specifico in modo da migliorare la resistenza dei tessuti e prevenire futuri infortuni ottimizzando la loro funzione.

La riabilitazione equina non è tuttavia destinata alle cure esclusivamente del cavallo sportivo. Anche i cavalli anziani possono ottenere grandi risultati nella gestione del dolore, infiammazione e disfunzioni motorie derivanti da patologie croniche non solo di tipo muscolo scheletrico ma anche endocrine come il Cushing che compromette l’elasticità dei tessuti muscolo-tendinei. Inoltre un esercizio fisico controllato e adeguato alle sue condizioni è fondamentale per mantenere una buona autonomia di movimento.

Rivolgetevi sempre ad un veterinario esperto di riabilitazione equina per far sì che il vostro cavallo abbia le migliori cure e possa tornare al top della sua forma!

Fonte:
BAXTER
Adams & Stashak’s lameness in horses
7° ed., John Wiley & Sons, luglio 2020